Digital Cultural Heritage School

Anno scolastico 2018/2019

Itinerario attraverso l’analisi delle forme, dei colori e delle nuove spazialità dell'’idioma Tardo Barocco nell'area del Val di Noto

Progetto Realizzato

Presentazione

Durata

dal 7 Ottobre 2018 al 13 Dicembre 2019

Descrizione del progetto

La ricostruzione difficile, ma virtuosa del Val di Noto resta tutt’oggi un caso emblematico e isolato di straordinaria capacità progettuale scaturita da un evento sismico di notevole entità, che ci impone delle riflessioni sul presente. In particolare, sul tema della facciata degli edifici ecclesiastici e civili si concentrò la sperimentazione formale e le esperienze progettuali, per sottolineare una netta volontà di ostentazione da parte dei ceti dirigenti presenti all’interno del tessuto urbano.

Per tale motivo il lavoro di ricerca del Liceo Greco si è concentrato specificatamente su questi elementi: le facciate degli edifici ecclesiastici, rappresentano un punctum imprescindibile di analisi per comprendere a fondo il lessico architettonico che si sviluppò e che contraddistinse questi luoghi.

Da qui la scelta di tre città come Catania, Augusta e Avola che rappresentano nella loro riconfigurazione urbanistica settecentesca, altrettante tipologie ricostruttive più o meno integrate nell’humus sociale del tempo.

La Cattedrale di Catania dedicata a Sant’Agata V.M., ad esempio, si configura come il fulcro dell’intero impianto quadrangolare di Piazza Duomo, fu progettata dall’architetto palermitano Giovan Battista Vaccarini, che proprio in tale fabbrica inserì la sua personale commistione, frutto di una perfetta sintesi armonica tra gli stilemi degli architetti romani Bernini e Borromini. Egli introdusse nell’architettura dell’isola uno stile pieno di dettagli, caratterizzato dal movimento di linee curve, concave e convesse.

Il suo frequente rifarsi a modelli consolidati rende i progetti da lui concepiti, sì opulenti, ma dotati comunque di una qualità disciplinata: i pilastri perdono i loro bugnati e sostengono trabeazioni e timpani sia retti che curvilinei, conferendo alla facciata uno slancio composto, ma di grande efficacia. Vaccarini sfruttò anche la locale pietra lavica come elemento decorativo piuttosto che come un generico elemento costruttivo, utilizzandola in alternanza ritmica con altri materiali, quest’ultimo fu, di certo, l’elemento caratterizzante di tutte le fabbriche presenti nel capoluogo etneo.

Coordinate Cattedrale S. Agata V.M., Catania: 37.502839, 15.087969

Coordinate Cattedrale S. Agata V.M., Catania: 37.502839, 15.087969

Ad Augusta le circostanze furono decisamente diverse e rivelano, ad oggi, una discontinuità nelle vicende costruttive. La facciata della Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, altrimenti nota con la titolazione originaria di “S. Nicolò” è, di fatti, di un pregevole barocco, il cui disegno secondo alcuni si deve all’architetto messinese Filippo Juvarra, uno dei principali esponenti del Barocco che operò per lunghi anni a Torino come architetto di casa Savoia. Il suo stile si ispira fortemente sia all’architettura romana seicentesca, orientata alla linearità e all’organizzazione spaziale in chiave monumentale, che all’esperienza maturata lavorando come scenografo al servizio di Pietro Ottoboni. Più certa è la tesi, avvalorata da documentazione storica, che vede come progettista l’architetto siracusano Gaetano Bonaiuto, un capo mastro che si era aggiudicato la gara d’appalto ed era, pertanto, obbligato a costruirla entro cinque anni secondo i disegni da lui stesso forniti. Nella facciata della chiesa fuse molteplici matrici, mantenendo una costante sobrietà ed una indubbia coerenza nell’uso degli elementi ornamentali. Notevole, anche, il delicato movimento concavo che interviene nella conciliazione ritmata delle paraste e delle volute di raccordo, spezzato, soltanto, dall’innesto forzoso di un campanile di discutibile gusto neoclassico.

Coordinate Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, Augusta: 37.230883, 15.220344

Coordinate Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, Augusta: 37.230883, 15.220344

Infine, Avola, scelta dagli alunni per via della significativa impostazione planimetrica che caratterizzò la città, all’indomani della ricostruzione. Questa fu concepita da Fra Angelo Italia, architetto gesuita originario di Licata (Ag), il quale pensò di conciliare una forma esagonale con due direttrici intersecate ortogonalmente per definire una piazza della medesima forma. Tali direttrici generano moduli quadrati di circa 100 metri di lato e rievocano sia il contemporaneo impianto usato per la ricostruzione di Grammichele, che la tradizione teorica rinascimentale giunta in Sicilia tramite il trattato di architettura militare allora più conosciuto: I Quattro Primi Libri di Architettura di Pietro Cataneo.

Elemento di rilievo al centro della piazza è la Chiesa Madre dedicata al Santo Patrono, S. Sebastiano con impianto a croce latina essa è stata concepita sempre da Fra Angelo Italia, il cui linguaggio architettonico si caratterizza per un’esaltazione del rapporto tra architettura, paesaggio e città; l’ambiente, infatti, nelle sue realizzazioni non è più trattato come una banale quinta architettonica, bensì come un elemento intimamente raccordato con le forme architettoniche e le soluzioni urbanistiche, delle quali costituisce una parte integrante. L’edificio sacro fu, in realtà, realizzato dagli architetti Antonio Mastrogiacomo da Ferla e Michelangelo Alessi da Siracusa, i quali, seguendo i suggerimenti dell’architetto licatese, sperimentarono il prototipo della “facciata a torre”, modello di tutte le chiese ricostruite nel Val di Noto dopo il terremoto del 1693. Essa prospetta sul sagrato ed è perfettamente scandita dalla presenza di paraste binate nonché da un elegante portale, sormontato dallo stemma dei Pignatelli marchesi d’Avola.

Coordinate Chiesa di San Nicolò, Avola: 36.909960, 15.134262

Coordinate Chiesa di San Nicolò, Avola: 36.909960, 15.134262

 

 

 

Obiettivi

Il lavoro di ricerca del Liceo Artistico Statale “Emilio Greco” propone un itinerario attraverso l’analisi delle forme, dei colori e delle nuove spazialità dell’idioma Tardo Barocco sviluppatosi nell’area del Val di Noto. Un vero e proprio fenomeno non solo estetico, ma culturale, sorto prepotentemente come risposta solidale delle comunità colpite dal terremoto del 1693.

Risultati

Gli studenti degli indirizzi di Architettura, Multimediale e Grafica hanno raccontato, dunque, alcune pagine di questa intensa e drammatica vicenda utilizzando il linguaggio architettonico in tutte le sue fasi di ricerca: dal rilievo metrico e fotografico alla modellazione tridimensionale sviluppata mediante applicativi vettoriali, ricorrendo, altresì, alla forza icastica del linguaggio multimediale e dello storytelling digitale, per giungere al canto popolare dal sapore antico.

Il risultato si compone con una sequenza di prodotti catalogati per tipologia:

Schede storiche;

Gallery;

Video di presentazione;

Animazione delle modellazioni;

Tavole sinottiche;

Stampa 3D in scala dei tre edifici

L’ampio lavoro di ricerca offrirà così la possibilità di poter tracciare in maniera ragionata un excursus storico, stilistico e culturale legato al fenomeno estetico esaminato, sottolineando non solo la forza e il carattere che nel contesto isolano quest’ultimo assunse, ma in senso più ampio, la capacità che ebbero gli abitanti di trasformare il dramma in speranza e l’orrore delle macerie in superba bellezza. Una forza talmente grande da far risorgere intere città con uno splendore mai veduto prima, splendore che tutt’ora a distanza di più di tre secoli, testimonia l’abilita delle maestranze che vi lavorarono, la loro superba maestria nell’erigere capolavori che continuano a sfidare il tempo, la natura e lo spirito degli abitanti tutti, accomunati aldilà del ceto e delle ricchezze, da quell’indissolubile resilienza che in ogni tempo ha rappresentato uno degli aspetti distintivi del popolo siciliano.

Buon viaggio!